Formidabili veicoli di testi e di immagini, i codici miniati tramandano anche le vicende di amanuensi e miniatori, di lettori e bibliotecari che, in momenti diversi e in luoghi lontani, si sono incontrati fra le pagine di uno stesso libro. Esemplare in tal senso è la storia dei volumi della Provincia francescana abruzzese, confluiti in gran numero a partire dal 1789 nell’antica capitale del Regno per iniziativa di Francesco Saverio Gualtieri, futuro vescovo dell’Aquila, e di altri funzionari dell’allora Real Biblioteca, che per vanto dell’istituzione e finalità conservative vollero trasferirli a Napoli preservandoli da sicura dispersione. Fra questi spicca un nucleo di oltre cinquanta manoscritti miniati fra i secoli XII e XV, acquisiti dai frati nelle zone più diverse d’Italia e d’Europa per esigenze di insegnamento e di predicazione.
Con il contributo del Progetto di Eccellenza 2018-2022 il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi dell’Aquila ha promosso insieme alla Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli lo studio storico-artistico di questi codici anche in rapporto ai conventi di provenienza.
Una selezione di questi volumi è oggetto della mostra “Per la biblioteca e per il coro. Codici miniati dai conventi francescani d’Abruzzo”, a cura di Andrea Improta e Cristiana Pasqualetti. Con questa iniziativa si vuole contribuire a una più diffusa consapevolezza del ruolo cruciale degli archivi e delle biblioteche nella promozione della conoscenza e nella trasmissione delle eredità culturali.
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